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Futsal, limite sui non formati: i presidenti di A rispondono alla Divisione Calcio a 5

L’assemblea dei numeri uno delle società esprime “preoccupazione per il futuro della disciplina”

A farsi sentire, subito dopo gara-3 delle finali scudetto contro il Meta Catania, era stato il presidente del Prezioso Casa Napoli Futsal, Serafino Perugino, che di certo non le aveva mandate a dire al presidente della Divisione nazionale di calcio a 5. Oggi, invece, ad esprimersi contro le recenti posizioni espresse dai vertici del futsal nostrano, attraverso la nota del 30 maggio, sulla conferma degli obblighi di partecipazione al gioco riguardanti i 3 calciatori cosiddetti non formati a partire dalla stagione sportiva 2025/26, è direttamente l’Assemblea dei presidenti della società di Serie A del calcio a 5.

L’antefatto

A suggerire il piccato comunicato di risposta diffuso oggi dalle società della massima serie del calcio a 5 maschile, appunto, una nota non meno dura diffusa dalla Divisione nazionale che recitava cosi: “In riferimento alle notizie comparse sugli organi di stampa, la Divisione Calcio a 5 smentisce categoricamente che la decisione in merito alla conferma degli obblighi di partecipazione al gioco in vigore nella stagione in corso per la Serie A maschile 2024/2025 sia stata assunta in seguito a un qualsivoglia intervento dei presidenti delle società di Serie A. La Divisione, inoltre, ricorda che era stata già approvata la proposta di fissare a 9 il numero minimo di giocatori “formati” in distinta gara, successivamente, previa specifica deroga, è stato determinato di confermare il numero minimo di 8 ‘formati’ in distinta gara anche per la stagione 2024/2025. Si sottolinea infine che, in virtù della concessione della suddetta deroga, tale determinazione non è ulteriormente modificabile”.

Formati e non formati: la materia del contendere

Il motivo dello scontro tra Divisione ed Assemblea dei presidenti di A verte attorno al limite di utilizzo dei calciatori cosiddetti formati e non formati dove, i primi, stanno ad indicare quegli atleti che, tra i 15 ed i 21 anni d’età, indipendentemente dalla nazionalità o dall’età, siano stati tesserati a titolo definitivo per uno o più club nazionali, anche in maniera non continuativa, per un periodo pari a 3 anni o 1080 giorni.

Il comunicato delle società di Serie A

A detta dei massimi rappresentanti delle squadre della massima serie del futsal italiano, infatti, la nota della Divisione Calcio a cinque “riflette un atteggiamento di chiusura, soprattutto alla luce della mancata considerazione delle istanze presentate dalle società, che avrà gravi ripercussioni economiche che si sommeranno alla già difficile congiuntura che stiamo affrontando”. Stando così le cose, pertanto, “pur riconoscendo l’importanza di mantenere una linea guida chiara, non possiamo ignorare come questa decisione sia andata molto oltre la normativa CONI ed i principi stabiliti dalla UEFA in tema di integrazione e mobilità degli atleti, attraverso l’introduzione del ‘Homegrown player’. È difficilmente sostenibile che a così tanti giocatori di passaporto italiano venga limitato l’accesso allo sport ed al lavoro, tanto più quando giocano o hanno giocato per le rappresentative nazionali”. Oltre questo, per l’assemblea dei presidenti “l’elemento di maggiore criticità rimane quello di ignorare completamente il grido di allarme lanciato dalle società. Questa presidenza ha più volte rifiutato il dialogo e il confronto, quando le società chiedevano solo di essere ascoltate”.

Riforma calata dall’alto, negativa per aumento costi e impoverimento tecnico

I presidenti che hanno diramato il duro comunicato criticano, anzitutto, il metodo con il quale si è arrivati a varare la riforma e, successivamente, mettono in luce i nefasti effetti, tecnico-economici, che secondo loro essa ha già prodotto e produrrà. “Vogliamo sottolineare come un punto critico che riguarda la riforma relativa alle limitazioni del numero dei giocatori non formati riguardi il metodo – spiegano -. Questa riforma è stata imposta, calata dall’alto, senza un’approfondita discussione sui modi e sui tempi di applicazione e, nei fatti, si è rivelata controproducente e lo sarà sempre di più. I costi per le società sono aumentati e, contrariamente agli obiettivi dichiarati, abbiamo assistito ad un evidente declino qualitativo dell’alto livello con l’effetto che la dimensione competitiva del futsal italiano andrà sempre peggiorando; e ne vediamo le avvisaglie con la Nazionale, il cui miglior risultato degli ultimi anni è il quarto di finale europeo del 2016, accompagnato da due cocenti eliminazioni dalla fase finale dei mondiali. Le continue rassicurazioni sulla sostenibilità economica da parte della presidenza non sono state caratterizzate da strategie concrete di supporto alle società, lasciando le indicazioni prive di sostanza. Continuare a parlare di sostenibilità senza attuare misure concrete a sostegno delle società sta diventando solo demagogia”. Si ricorda poi che “abbiamo sempre mostrato coerenza nel respingere questa riforma e, purtroppo, ci troviamo costantemente a richiedere quei passi che non arrivano mai. È paradossale che la stessa coerenza che ci viene richiesta nel non avanzare nella nostra critica contrasti con il progetto presentato dall’attuale governance che prevedeva la serie A come il ‘prodotto’ più attraente e vendibile per il calcio a 5 italiano.
La recente riforma del lavoro sportivo ha ulteriormente aggravato le difficoltà economiche delle società, già provate da un contesto difficile. Il mercato dei pochi giocatori italiani pronti per l’alto livello è caratterizzato da richieste economiche insostenibili e speculazioni da parte di (pseudo) agenti/procuratori.
Il ranking FIFA non riflette il vero potenziale del nostro Futsal, ma riteniamo rifletta pienamente le politiche sportive di questa presidenza”.

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Appello ai vertici del futsal per una revisione delle politiche attuali

“Chiediamo, quindi – avanzano le proprie richieste i “presidenti eroi”, come li ha definiti SerafinoPerugino -, alla Divisione calcio a 5 di ascoltare le nostre preoccupazioni e di considerare una revisione delle politiche attuali per garantire maggiore competitività all’alto livello e maggiore equità e coerenza tra i campionati maschili e femminili. La Serie A Femminile eccelle a livello internazionale, mentre la qualità tecnica e i risultati della Serie A maschile sono in deciso declino. È imperativo che il nostro sport rifletta i valori di inclusività e parità, in linea con le aspettative sociali attuali verso l’uguaglianza di genere.
Le condizioni economiche attuali non permettono a tante società di garantire la partecipazione al prossimo campionato. È indispensabile che la nostra attuale governance agisca con decisioni rapide ed efficaci, dimostrando sostegno e vicinanza alle società che rappresenta.
Il nostro, lo ribadiamo, è un dissenso che la maggior parte delle società continuerà a manifestare, allargandolo alle altre categorie del nazionale, fino a raggiungere le sedi istituzionali”.

Le società, tutte, del calcio a 5 e non altri sono la Divisione nazionale

Dopo aver invitato tutte le società del calcio a 5 nazionale di ogni categoria a far sentire la propria voce e ad esprimere la loro opinione in merito, infine, il comunicato dei presidenti delle società di Serie A dell’italico futsal si conclude ricordando che “in un mondo in costante evoluzione, dove lo sport è sempre più un veicolo di valori e un motore economico, non possiamo permetterci di rimanere indietro. La Serie A ed in generale il calcio a 5 nazionale deve diventare un modello di eccellenza, un esempio di come la gestione sportiva moderna possa coniugare passione, performance e progresso economico.
Abbiamo quanto mai bisogno di vicinanza, di attenzione e solidarietà da parte della governance. Senza strategie concrete di crescita, il calcio a 5 rimarrà immobile e paralizzato e, allora, quali società di calcio a 5 potranno permettersi di andare avanti?
Abbiamo bisogno di un progetto, presente e futuro, basato su sostenibilità, competitività, crescita e spettacolo ma, soprattutto, solidarietà, sostegno e vicinanza alle società che con grande coraggio affrontano le difficoltà nel gestire la realtà dello sport dilettantistico, senza nessun aiuto economico e morale concreto”.
Per i numeri uno delle squadre della massima serie “il nostro presidente deve amare il futsal Italiano in modo da adeguarlo ai tempi attuali e non lasciarlo fermo o, peggio ancora, portarlo verso un declino irreversibile. Per questo deve immedesimarsi nelle difficoltà quotidiane delle società, garantendo loro il sostegno necessario. Le assicuriamo che la nostra passione è ancora viva: siamo consapevoli che siamo noi, tutte le società del calcio a 5 nazionale, la Divisione Calcio a 5!”.